Ogni volta che sentiamo la parola marketing proviamo un senso di disgusto, ogni persona onesta in questo mondo ha una sensazione di rifiuto. Di tutte le scienze della finanza, quella che fa più schifo alle persone è di certo il marketing.
Università di Buenos Aires, 1988, durante una breve pausa, uno dei
più grandi esperti di marketing degli Stati Uniti rispondeva alle domande degli
studenti del corso di “Disegno grafico e pubblicità”.
I ragazzi attorno a lui, abbagliati dalla sua immagine di “uomo di successo” e dai suoi modi (di
uomo di mondo) internazionali, si sforzavano di controbattere in modo acuto ed
educato le sue affermazioni.
«Non è così, nessuno può dire che fuma queste sigarette per il
sapore o per l’odore…. Tu fumi “Marlboro” perché “Marlboro” è il numero uno del
mondo, “Camel” perché rappresenta l’avventura, Merit perché è la pace della
vita in barca, la tranquillità» poi alza la sigaretta e la mette in evidenza
davanti a tutti, aspira il fumo e, mentre il fumo fuoriesce dalla bocca e dal
naso, conclude «o perché sono l’equilibrio
giusto tra sapore e nicotina».
«Philip Morris?» chiede un ragazzo alzando il suo pacchetto di
sigarette e mettendosi in bocca una.
«Nobiltà, classe, sofisticazione».
«Ostia… significa che io sono una specie di nobile?» risponde
giocoso il ragazzo mentre se ne accende una.
«No, significa che tu senti che quello è ciò che ti manca. Tu senti
che la tua vita è grezza e senza classe, per quello t’intossichi i polmoni con
la nobiltà delle Philip Morris di merda».
Il ragazzo incassa, e dopo un paio di secondi contrattacca «e allora
lei ha l’equilibrio sbagliato?»
«Il marketing è la capacità di dire ciò che conviene, non è carino,
non è simpatico, non è etico “E’ semplicemente, Marketing”. Ragazzi, che vi
piaccia o meno è così. Io sono un esperto di Marketing e sono vestito in questo
modo perché mi conviene. Se dico che ho 48 anni è solo perché mi conviene dire
che ho 48 anni… altrimenti avrei parlato dei capelli che mi mancano o del
colore della mia cravatta o di qualsiasi altra cosa di cui mi sarebbe convenuto
parlare.
Se dico che la “Maionese” è fatta con “uova fresche di animali
allevati a terra” è perché mi conviene dire questo, la realtà non c’entra
nulla, può essere vero, può non essere vero, ma se io lo metto davanti
all’etichetta significa che mi conviene dirlo.»
«Ma che lei ha 48 anni è vero… ho letto il suo libro…» dice ancora
il ragazzo.
L’esperto esplode:
«Non c’entra. Con una delle
agenzie di viaggi degli Stati Uniti abbiamo stabilito che il coordinatore che
va a parlare con i ragazzi per organizzare i viaggi di fine corso deve avere
sempre 19 anni, perché al di sopra di quell’età per un ragazzo di 15 o 17 anni
appare vecchio e diffida. I cuccioli di leone dentro lo zoo hanno sempre 3
mesi, perché è l’età che più tenerezza crea nel pubblico… il controllore dei supermercati deve
essere nero, per far sentire “più bianco e con più classe” ogni cliente che
entra. Le ragazze che stanno al banco nei Mac Donalds devono essere grasse, per
non far sentire in colpa le persone che ordinano gli hamburger.
Gli animali dello zoo hanno il
papà, la mamma, e i fratelli dentro lo zoo, sempre. Sono stati salvati dalle
grinfie dei bracconieri o sono stati trovati in fin di vita e curati con amore.
I supermercati fanno raccolta
per le popolazioni che muoiono di fame, le compagnie petrolifere si occupano di
“proteggere e conservare il nostro meraviglioso pianeta in modo sano e
naturale”.
E tutti, assolutamente tutti i
miliardari di questo pianeta che fanno politica fanno anche beneficenza, tutti,
nessuno escluso. Perché se tu hai bisogno di far credere alle persone che un
mafioso farà del bene alla gente che non conta un cazzo, il modo migliore è far
vedere che sostiene “chi vale meno di te” quindi i morti di fame, gli
handicappati, gli orfani o i malati terminali
Il motivo è semplice e uno. Solo
uno: ogni cretino, imbecille, rincoglionito di questo mondo sa benissimo che
vale “un po’ più di loro” e allora dà il suo voto nella speranza di ricevere
qualcosa “prima” di un altro che magari, non è in grado nemmeno di parlare.
«Signore… la stanno aspettando» dice con gentilezza uno dei docenti
che organizzano la conferenza.
Lui finisce la sigaretta, e l’affonda nella sabbia del portacenere
ma prima di andare si gira verso il ragazzo “Philip Morris” e dice «Io utilizzo
tre tipi di psicofarmaci diversi, da più di 8 anni».
Il pensiero è uno. Tu sei una persona di merda, ti definisci tale,
ti sforzi in tutti i modi immaginabili di essere peggio che puoi e in più, ti
senti orgoglioso.
Vivi escogitando strategie e modi per far sì che le persone comprino
cose che fanno male, o che sono completamente inutili, dicendo per vendere
qualsiasi cosa, che sia inventata o meno, che sia vera o meno. E le dici a
chiunque, tenendo conto che “quando parli coi morti di fame devi usare certe
parole, e quando parli coi ricchi altre. Il tutto perché? Per i soldi, o meglio
ancora, per avere potere.
Posso dire a sua discolpa, che ammetteva questo davanti a tutti,
apertamente, senza giustificarsi in alcun modo. Per lui tutta la vita era
utilità, non c’erano ideali, etica o giustizia. Solo e soltanto convenienza.
Se una cosa non serve per guadagnare, allora non serve a niente.
Purtroppo questo è ciò che definisce al vero uomo di marketing. Ma non è colpa
loro… è il mondo che richiede questo.